Pubblicato da: Valerio | 11 dicembre 2009

L. e I.

Mi manca lei dal momento in cui la distanza tra noi è più di un metro. Mi manca quando la sera per dieci minuti va in bagno. Mi manca come l’aria. Mi manca perché dieci minuti senz’aria sono lunghi. Mi manca perché quando sento battere il suo cuore, a specchio sento battere il mio, di riflesso. Scopro dopo un po’ che il mio non lo trovo abbassando gli occhi, ma guardando avanti.

Mi piace vedere che nei suoi occhi ci sono i miei. Mi piace vedermi lì dentro. Mi fa sentire terribilmente dentro di lei. Mi piace sapere che lei ama specchiarsi allo stesso  modo. Mi piace vedere i suoi occhi più lucidi quando si scoprono dentro di me. Gli occhi umidi diventano ancora più specchio. Mi piace vedere una lacrima di gioia che scende dai suoi occhi come cera da una candela.

Ho i brividi quando pronunciando la parola “futuro” la voce le trema di paura. Amo vedere che, quando la pronuncio io, i suoi occhi, per mano ai miei, saltano di gioia.

Amo la sensazione che ho quando arrivo a casa e m’investe con i suoi sorrisi, come raggi di sole d’estate. Amo quando sono imbarazzati. Amo sapere che vedo in uno stesso viso tanti colori e sento negli occhi tanti sapori. Mi piace sapere che me ne accorgo io, solo io, che lei non è un solo sorriso, ma tante poesie.

Mi piace accelerare in macchina per arrivare prima dal mio abbraccio, quando sono fuori.

Divento pazzo di gioia nel sapere che le mie ferie sono a casa una settimana da soli io e lei. Divento irrequieto nell’attesa delle ferie, come quando si aspetta una telefonata importante.

Mi piace quando con una sola “occhiata braccio”, mi tira a sé e mi riporta indietro dal bronx dei miei pensieri scuri. Basta un solo secondo incrociarla in quella strada isolata, senza pensarci un attimo salgo sull’autobus dei suoi occhi chiari, che mi riporta ai colori con il sorriso più naturale del mondo.

Scopro che la mia mano destra combacia con la sua sinistra. Scopro anche che per tutto il mondo è così, ma che nel momento in cui riesci a notarla, con stupore bambino la situazione diventa unica in sei miliardi di casi. Mi piace guardarmi allo specchio e vedermi, scoprendo solo dopo un po’ che non è uno specchio ma il riflesso di lei.

Mi piace sentire il phon che urla di notte, perché me la immagino già, quando si fermerà sulla porta della stanza marecielo, con i suoi capelli-aria che più belli non si può. I suoi capelli che profumano di voglia. Un sorriso, uno sguardo e via, tuffarsi con ali spiegate. E’ bello entrare in un mare asciutto e in un cielo solido. E’ unico vedere comunque che con un tuffo ci si bagna e che allungando le braccia insieme si vola. E’ bello vedere il cielo d’inverno, dormirci sotto tutte le notti, e non sentire mai freddo.

E’ bello leggere i suoi occhi nelle righe di un foglio che pian piano si colora di parole. Trovare il suo sorriso nelle pagine di un libro che prudente si nasconde disteso dietro a una maiuscola.

E’ bello respirare fiati. Dormire cullati da un bacio, è già vita. Aprire gli occhi un secondo, trovarmi ancora tra le braccia di quel bacio. E’ incredibile svegliarsi quando ci si sente lontani nello stesso letto, soltanto perché, a volte, accade che nel sonno non ci si trovi più a contatto. Sfiorarla che dorme e scoprire che nel sonno cerca la coperta di un abbraccio tirandola a se come un piumone. Trovarsi di nuovo abbracciati. Uniti.

E’ bello respirare vita su un foglio. E’ bello scrivere di lei e provare ora, sulla pelle, le sensazioni descritte dalle mie parole. Sapere che le provo ogni giorno anche sulla sua. Sapere che ogni giorno è come se me le scordassi e le scoprissi per la prima volta.

Scoprire che una volta parlavo di lei per metafore quasi a nasconderla dietro a un muro, mentre ora lo faccio per direttissima.

Scoprire che mentre esce dal bagno non ho più voglia di scrivere. Peccato, avrei potuto scrivere molte pagine, ma lei è presente ora. Stare davanti al computer quando tutto intorno è Sole e belle giornate, rende impazienti. Il desiderio di scrivere è passato come vento. Le parole si sono lasciate trasportare, ora che non c’è più chi le trascina, si lasciano cadere sul foglio. Andare di corsa da lei con le foglie in mano. Vedere la sua bocca muoversi leggermente, mentre preoccupato aspetto il verdetto dei suoi occhi. Si già me la immagino mentre legge. E già è futuro.


Risposte

  1. L.E.I. …
    Un titolo leggermente autobiografico…un testo leggermente autobiografico: ed è questo che mi piace da morire…

  2. Saranno per alcune cose che ci rendono simili, ma leggerti mi fa star meglio…
    Tu sai ciò che voglio dirti…

  3. Ciao Vale, aspettavo con impazienza un altro tuo scritto Questo l’avevo già “sentito”: mi pare avevi scritto l’inizio su FB un po’ di tempo fa… E questo ti fa già capire ke, avendolo ancora a mente, mi era piaciuto già allora! Leggendolo adesso nella sua interezza mi viene da pensare alla canzone di Jovanotti “A te”. Molti dicono ke quella canzone è una dikiarazione d’amore bellissima, e allora questo tuo scritto cos’è? Ti giuro ke, appena avrò trovato la mia lei, le leggerò questo tuo scritto x dikiararle il mio amore, xké sono sicuro ke si scioglierà in un’emozione indescrivibile al suono di queste parole, la stessa emozione ke ho provato io. Ormai non serve + ke io ti faccia i complimenti. Cerkerò di continuare a seguirti con attenzione…

  4. Ho le lacrime agli occhi valè…bello davvero…e buona fortuna per quello che verrà


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